Lettera di un cooperatore – Tenere lontano dalla portata dei bambini

A cura di Demis Loretelli, Direttore Generale C.S.S.A.

Caro Babbo Natale, sono un semplice cooperatore e quest’anno, dopo tanti anni di assenza, ho deciso di tornare a scriverti.

Ti starai chiedendo: “perché, con quale motivazione, per chi?”. Lo faccio perché a chiusura di quest’anno mi è tornata alla mente la preoccupazione che ho incontrato nel volto di molti dei nostri soci e lavoratori e ho pensato che la dedizione che hanno sempre espresso meritasse, oltre al mio impegno, anche un mio desiderio. Il mio desiderio è che non perdano mai l’amore per l’altro, che non smarriscano l’idea che ogni persona abbia diritto ad una possibilità, persino quando sbaglia, soprattutto quando questa possibilità gli è stata negata. Desidero che questo amore possa manifestarsi nel loro agire quotidiano, attraverso la loro professionalità e il piacere di metterla a disposizione di altri e desidero che nella condivisione possano superare se stessi e le difficoltà. Ma più di ogni altra cosa desidero che questi valori siano riconosciuti e rispettati. Starai pensando: “perché questa richiesta?”. Perché, se questo accadesse, la loro espressione non sarebbe così preoccupata, a tratti triste o addirittura avvilita, mentre vorrei si sentissero apprezzati in tutto il loro valore. Ma che te lo dico a fare? Tanto tu non esisti e ognuno di noi ha vissuto quel Natale in cui ha imparato che certi desideri non si ottengono scrivendo letterine o “facendo i buoni”; la loro realizzazione dipende da noi, dal nostro essere propositivi, caparbi, pronti a non darsi mai per vinti, anche quando l’altro sembra non vederti. Quindi non mi resta che rivolgere questo desiderio a me stesso, a noi “cooperatori stanchi”, a te che stai leggendo e che magari non ti senti chiamato in causa per dire che ognuno, con il proprio contributo, può moltiplicare il valore delle nostre azioni. Veramente, lo possiamo fare.

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