La Cooperazione nel Veneto. Lavoro, inclusione sociale, sanità.

Impegno, buone prassi, qualità della prestazione, in altre parole eccellenza sotto ogni profilo, erogata su un territorio denso, per  geografia e popolazione , senza dubbio con criticità non di poco conto.

E’ il contesto in cui operano le cooperative aderenti a “Lega Coop. Veneto “ e CSSA  in particolare che svolge la sua attività su tutto il territorio Regionale e non solo.

Ciò che non può mancare al manager è la professionalità, ciò che non può mancare all’imprenditore è, oltre al capitale, almeno la volontà di rischiarlo per una missione. I presidenti di Cooperativa debbono essere contemporaneamente manager ed imprenditori.

L’innovazione sembra essere il percorso essenziale per stare al passo , per crescere, per creare occupazione, per cambiare ciò che non va e migliorare la vita della gente.

L’innovazione dipende soprattutto dalla “ cultura “ di chi non si accontenta di come stanno le cose e non aspetta  che le condizioni siano favorevoli. Le organizzazioni possono anche frenare, ma solo le persone possono accelerare l’innovazione.

Nella cooperazione l’innovazione è un cambiamento destinato a persistere. Sposta il limite del possibile. E’ una ricerca  continua  e ineluttabile.  

In una realtà fluida siamo tutti migranti. Questa è già la realtà in cui viviamo.

Le organizzazioni sociali sono fluide da sempre: da sempre gli esseri umani sono in movimento. Da sempre le culture si intersecano.

Idee modi di fare che, abbandonata la retorica dei migranti come problema, rendono concreta l affermazione  che i migranti siano e debbano essere considerati una risorsa.

Si tratta di riconoscere, mettere a fuoco e raccogliere le esperienze più significative, dare loro più visibilità  e farne i punti di partenza per nuove sperimentazioni.

 

Il Servizio Sanitario Nazionale (per Bloomberg) e’ per efficienza il primo in Europa e terzo al mondo. Eppure una tempesta perfetta minaccia di affondarlo. E’ innescata dal combinato di tagli di spesa, invecchiamento e patologie consolidate.

Le famiglie impiegano 30 miliardi di euro all’anno per garantirsi il diritto alla salute.

Chi è meno benestante si ammala più degli altri, ed inoltre esiste una carenza di informazioni sulla qualità orientata al paziente e sulla qualità dell’assistenza effettivamente erogata.

“In Italia le buone intenzioni di Policy non sono accompagnate da meccanismi adeguati che ne assicurino l’implementazione. La strada da seguire deve essere invece quella di passare da un sistema che assegna priorità al controllo di bilancio, ad uno che da eguale priorità alla qualità” (OCSE)

Sta arrivando alle leve di comando di molte cooperative venete (CSSA inclusa) una nuova generazione di soci che forse non ha il genio (ma qualcuno ce l’ha) ma auspicabilmente neanche i limiti della generazione che l’ha preceduta.

Stato, Regione, Autonomie Locali devono fare la loro parte cambiando il loro modo di essere e investendo nella ricerca nell’istruzione e soprattutto nell’aiutare con un sistema di appalti e gare non piu basato esclusivamente sul prezzo ma anche sulla qualità dei servizi.

 

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