Covid-19 – L’emergenza psicologica

Linee guida per chi lavora nell’incertezza

Responsabile Area Persona, dott. Stefano Pattaro

L’emergenza sanitaria Covid 19 ha specifiche molto particolari che possono fare da cassa di risonanza a sentimenti di insicurezza e paura, anche amplificati dal susseguirsi continuo di notizie sulle condizioni sanitarie, sociali, economiche e comunitarie dei nostri territori.

La paura è un’emozione potente e utile, che funziona bene se è proporzionata al pericolo. Se la paura diventa eccessiva si trasforma in panico e finisce per danneggiarci. Si ha più paura dei fenomeni sconosciuti, rari e nuovi, e la diffusione del Coronavirus ha purtroppo queste caratteristiche. E’ quindi particolarmente raccomandabile prendersi cura delle proprie emozioni, pensieri e comportamenti. Avere consapevolezza delle proprie reazioni psicologiche (emotive, cognitive e comportamentali) in questo tipo di emergenza è molto importante considerando che ogni operatore impegnato professionalmente deve anche confrontarsi con il proprio diretto coinvolgimento personale, relazionale e familiare nella stessa emergenza.

L’operatore professionale oltre ad incorrere nelle normali reazioni può trovarsi nella condizione di percepire un’ amplificazione dello stress psicologico, per cui è bene monitorare le condizioni di salute, sapendo che si può essere maggiormente sottoposti al rischio delle seguenti reazioni:

  1. Maggiore percezione di esposizione al rischio di contagio (con aumento della preoccupazione sulla sicurezza personale)

  2. Aumentato dell’Identificazione con le situazioni di sofferenza con cui si entra in contatto (con aumento della percezione di emozioni negative e difficoltà nella modulazione delle reazioni e dei pensieri negativi)

  3. Aumento della soglia del dolore e della percezione di affaticamento (con aumento significativo del rischio di tenuta psicofisica e l’esposizione a comportamenti pericolosi quali ad es. non rispetto delle indicazioni di sicurezza)

  4. Evitamento delle emozioni (inizialmente funzionale alla gestione della situazione ma, se protratto, può portare a comportamenti compensatori come l’abuso di sostanze)

  5. Difficoltà nell’avere un ritmo del sonno regolare (problemi ad addormentarsi o risvegli frequenti ecc.)

  6. Atteggiamenti di irritabilità e/o aggressività che possono creare difficoltà nelle relazioni interpersonali (con i familiari e/o nell’ambiente lavorativo)

  7. Scarsa percezione di soddisfazione nella propria attività (fino ad arrivare al rifiuto di continuare il proprio lavoro per sentimento di impotenza e inadeguatezza)

Rispettare il nostro corpo e la nostra mente è il primo comportamento utile a fronteggiare l’emergenza quindi per tutti i nostri professionisti coinvolti in questo impegno è fondamentale curare il proprio benessere psicofisico.

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