
Piani di Zona, un’occasione?
- Categoria: Vita Societaria
- Pubblicato Martedì, 28 Settembre 2021 09:45

A cura di Silvia Cerisara
Sì, partecipare ai tavoli dei Piani di Zona rappresenta un’occasione per le comunità locali di programmare (e indirizzare) il proprio sviluppo attraverso la stesura di un progetto che contribuisca a regolare il funzionamento dei diversi servizi per le persone e il territorio. I bisogni della comunità, infatti, sono costantemente monitorati affinché la risposta ad essi risulti essere coerente ed efficace, e per questo sono garantite delle procedure programmatiche, a livello regionale e locale, in linea con gli obiettivi prestabiliti. La progettazione di un piano di zona rappresenta il passaggio strategico tra l’erogazione delle prestazioni alla persona e una politica proattiva, fondata sull’integrazione dei servizi.
Secondo quanto previsto dalla DGR 426/2019, Comuni veneziani e ULSS 3 hanno avviato un processo per la definizione dei piani di zona, costituendo un primo gruppo di lavoro formato da: Direttore dei Servizi Socio Sanitari, Ufficio di Piano dell’ULSS, Responsabili degli Ambiti Territoriali Sociali e loro delegati, Istituzioni accademiche (Fondazione Ca’ Foscari, Iusve-Isre).
Il primo passo consiste nel definire un proposta operativa per la realizzazione del piano di zona da sottoporre successivamente ai sindaci. Purtroppo la pandemia ha arrestato il progetto avviato e i Comuni e l’ULSS si sono trovati ad affrontare un’emergenza sanitaria destinata a produrre un cambiamento epocale a tutti i livelli, con impatti non prevedibili sul tessuto sociale e, conseguentemente, sui servizi sociali e socio-sanitari. È stato avviato, quindi, il piano di zona straordinario, accompagnato da un’inevitabile incertezza temporale per la sua realizzazione. Inoltre, è stato iniziato un confronto per aree tematiche tra i referenti tecnici dei Comuni e dell’ULSS per allinearsi su quanto sta accadendo nei servizi sociali e socio-sanitari.
La particolarità del momento richiede uno sforzo rivolto a tutti gli attori coinvolti (Comuni, ULSS, Terzo Settore) e perciò la nuova offerta progettuale prevede un percorso suddiviso per area tematica che coinvolge i diversi soggetti delle comunità locali. Quest’azione del piano straordinario deve essere considerata propedeutica al piano di zona pluriennale, in quanto vengono evidenziate tutte le conseguenze che la pandemia ha portato, rispetto alle quali andranno costruite le adeguate reazioni.
In poche parole, il piano di zona straordinario è stato progettato per affrontare la pandemia, definendo attraverso un questionario le varie necessità e i bisogni che i servizi esistenti richiedono, per poi individuare per ciascun segmento obiettivi prioritari (obiettivo di salute e obiettivo di sistema). Una volta espressi questi, sono state definite le attività di realizzazione in un dato periodo (immediato, breve e triennale).
Per CSSA hanno partecipato a questi momenti di confronto i responsabili di servizio Roberta Parlato (Servizio Disabilità), Marica Rodi (Servizio Salute Mentale) e Matteo Vercesi (Servizio Minori), che hanno contributo alla progettazione dei piani di zona per il loro settore di competenza.
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