Servizi Salute Mentale CSSA: al centro la persona e la sua unicità

A cura di Marica Rodi, Responsabile Servizi Salute Mentale

Mi chiamo Marica Rodi e sono la Responsabile dei Servizi Salute Mentale di CSSA.

Lavoro all'interno delle strutture residenziali gestite da CSSA dal 2008. Precedentemente la mia esperienza lavorativa mi aveva vista impegnata in ambito comunitario nei servizi dedicati ai minori. L'ingresso nell'ambito del disagio psichiatrico è avvenuto in modo inaspettato, quasi accidentale, ma la vita a volte ci costringe a fare delle scelte spinte più da ragioni personali, che professionali. Ad ogni modo, non avevo mai preso in considerazione la possibilità di lavorarvi, probabilmente perché era una realtà lontana dalla mia originaria formazione universitaria.

L'ambito comunitario mi ha da sempre affascinata. Credo sia un mondo che porta al suo interno molte contraddizioni e confini poco definiti ma che allo stesso tempo, se utilizzato come setting per pensare ad un lavoro terapeutico e riabilitativo, possa essere, in alcune circostanze, l'unico possibile. E così nel 2007 sono entrata per la prima volta in una comunità per utenti psichiatrici ricoprendo il ruolo di operatrice, "partendo dal basso" come si usa dire. Questa per me è stata una grande opportunità, perché mi ha dato modo di vivere in prima persona le dinamiche che si creano all'interno della comunità e nel gruppo di persone che vi lavorano, l'equipe di lavoro appunto. Negli anni a seguire sono diventata poi coordinatrice di struttura e ora Responsabile del Settore Salute Mentale di CSSA. Questo bagaglio esperienziale mi ha aiutato nella gestione dei gruppi ma anche a comprendere le difficoltà che giornalmente gli operatori, che si occupano di salute mentale, incontrano, grazie non solo alla mia formazione ma anche alle persone che ho incontrato in questi anni, che hanno contribuito alla mia crescita professionale. Le difficoltà del percorso e la rielaborazione delle emozioni e dei vissuti che tutti gli operatori provano ed esprimono mi hanno aiutato a comprendere le ragioni della patologia psichiatrica, avvicinandomi alla comprensione della sofferenza delle persone che incontriamo.

In questi anni le equipe delle comunità di cui sono stata responsabile hanno lavorato nell'ambito del percorso terapeutico e riabilitativo. Questo, oltre alla formazione continua e ai preziosi momenti di supervisione, ci ha permesso di offrire ai nostri ospiti un cammino che favorisce l'incontro, la vicinanza e la relazione. Un cammino in cui potersi "provare di nuovo", forse con modalità diverse, capaci di assicurare protezione e difesa quando ci si sente ancora fragili. Le nostre comunità offrono un "luogo" e un "tempo" propri, che diventano garanti di un percorso evolutivo che contempla la possibilità di condividere una sana e sicura esperienza esistenziale all'interno di un continuo scambio relazionale. Fine ultimo è il benessere della persona e la riabilitazione, con una serie di obbiettivi che possono riguardare la sfera dell'autonomia personale, quella relazionale, ma anche la rivisitazione di alcune sfere della propria storia individuale per favorire la riacquisizione di un ruolo sociale. Affianchiamo gli ospiti delle strutture nella quotidianità, supportandole nella riacquisizione sia delle proprie autonomie personali sia delle capacità sociali, attraverso l'elaborazione dei propri vissuti e le esperienze relazionali vissute nel gruppo e nel territorio. Le equipe sono impegnate nella messa a punto di strumenti nuovi e alternativi in cui l'individuo, con le proprie risorse e capacità, sia messo al centro del processo decisionale che lo riguarda, nel comune obbiettivo di ritrovare un equilibrio psichico e un proprio ruolo nella società.

Il modello di riferimento che ci ha guidati in questi anni è stato quello psicoanalitico-fenomenologico, all'interno del quale la dimensione soggettiva e irripetibile di ciascuna persona ha un valore centrale. In questa cornice teorica, l'incontro è con la persona nella sua complessità e comprendere l'altro significa considerarlo nella propria unicità e individualità. Anche le manifestazioni psicopatologiche, i sintomi, ci raccontano qualcosa della persona che abbiamo di fronte, della sua storia e della sua sofferenza, che non sono solo manifestazione di un disagio ma acquisiscono significato nel modo in cui si realizzano all'interno dell'esistenza della singola persona, la quale porta con sé una storia difficile ma anche potenzialità di espressione. Il lavoro dell'equipe è quello di comprendere, riconoscere e valorizzare le potenzialità di ciascuno, aiutando a dare significato alle esperienze che si snodano sia all'interno che all'esterno del contesto comunitario.

Per raggiungere questi obbiettivi, le strutture residenziali CSSA propongono diverse attività educative e riabilitative finalizzate a fare riacquisire una gestione sempre più autonoma della propria quotidianità e a potenziare le competenze sociali e interpersonali, oltre che a raggiungere gli obbiettivi che l'utente stesso condivide e concorda con gli operatori. Anche nella proposta delle attività è prioritario il coinvolgimento attivo della persona inserita, la motivazione a provarsi nelle situazione in cui si sente più fragile e in difficoltà sapendo di poter contare sul supporto dell'equipe. Solo in questo modo le attività proposte non saranno vissute come tempo da fare trascorrere, ma saranno concepite come vere occasioni in cui potere esprimere se stessi. Questo progetto ambizioso si attua attraverso un lavoro multidisciplinare che pone l'accento sulla centralità che la persona che soffre di disagio psichico ricopre, in modo da renderla parte attiva e consapevole per il suo autentico cambiamento.

In questo modo, Dipartimento di Salute Mentale, Cooperativa e persona lavorano insieme per raggiungere un obbiettivo condiviso, assumendo ciascuno la propria parte di responsabilità, superando così il rischio di fornire servizi puramente assistenziali, che portano alla cronicità dei pazienti. La persona ospitata, quindi, non assume un ruolo passivo e dipendente dai servizi, bensì ha la possibilità di intraprendere iniziative personali atte a promuovere il proprio benessere, partendo dalle proprie capacità e dalla consapevolezza dei propri limiti. Per fare questo è necessario che la persona venga coinvolta in una pluralità di reti sociali diverse e che le attività dei servizi trovino le modalità per un confronto sano e un'integrazione possibile.

Il 10 ottobre 2021 sarà la Giornata Mondiale della Salute Mentale. Il Dipartimento di Salute Mentale dell'Ulss 3, enti locali, rappresentati delle associazioni, enti gestori e cooperative sociali, perciò, hanno organizzato una serie di eventi dedicati, uno dei quali presso l'Istituto Musatti di Dolo (VE). CSSA, con le esperienze delle sue comunità e il suo approccio alla cura del disagio psichico, sarà presente e porterà la propria testimonianza. Il confronto del 10 ottobre rappresenta un momento cruciale per parlare di cura e dei diritti fondamentali di ogni persona.

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